giovedì 3 maggio 2012

Quando l'underground si dà appuntamento a Parigi

R. Crumb: L'amazzone con le trecce
Ebbene sì Parigi, città Underground.
Ma avevamo qualche dubbio a proposito? Io neanche uno, dopotutto la metro parigina è una delle più antiche, più articolate e più misteriose al mondo, a mio giudizio.
Ma non è di pensiline, gallerie o treni fantasmi che parleremo, ma di fumetto, perché anche quest'ultimo può essere underground e può esserlo di brutto.
In questo periodo, infatti, presso il monolitico Centre Pompidou ed il più discreto Musée d'Art Moderne troviamo due fra i più grandi rappresentanti della nuvoletta che ci concedono di dare un'occhiata alla loro intera vita artistica: Crump e Spiegelman.
Perché li presento assieme? Perché entrambe le mostre, pur strizzando l'occhio alle loro produzioni più famose (dedicando rispettivamente a La Genesi di Crumb ed a Maus di Spiegelman un'intera stanza sulle cui pareti sono affisse, in ordine numerico, tutte le tavole di questi capolavori) tendono a sottolineare le origini dei due vignettisti con particolare interesse alla loro vena (e radice) puramente Undeground.
E' lo sguardo all'America di quegli anni che gli accomuna, come anche la lente che essi vi pongono davanti: il proprio background socio-culturale.
A. Spiegelman: Locandina dell'esposizione
Crumb utilizza il sesso e la sessualità per raggiungere il proprio obiettivo, mette sotto accusa il bigottismo dilagante scagliandovi contro attraverso i suoi tratti infantili ma estremamente adulti allo stesso tempo.
Spiegelman, tramite il suo Breakdown sposa la causa underground tentando la via di un nuovo linguaggio visivo.
Entrambi lo fanno percorrendo le vie più profonde, i canali secondari, prendendosi gioco delle major della vignetta (Mr Natural di Crumb ne è l'esempio fra i più emblematici): entrambi percorrono le vie sinuose e nascoste delle produzioni indipendenti creandosi una propria immagine, costruendo mattone su mattone la propria immagine che in futuro sfiorerà la leggenda.
L'underground è ancora una volta terreno fertile per la costruzione dell'individuo, per la riflessione, per lo scontro col proprio io.
Le mostre, parallelamente fra loro, puntano i riflettori su questo cammino, più scanzonato nel caso di Crumb (ma non meno profondo), più serioso nel caso di Spiegelman (anche se le sue "ultime" produzioni quali The New Yorker mostrano un autore molto più ghignante).
Due mostre che, per chi avesse la possibilità di un piccolo soggiorno a Parigi, meritano veramente una scappata: in una giornata potrete gustarvele appieno tutte e due, usufruendo di pezzi da collezione in bella vista oltre che, nel caso di Crumb anche di  divertenti interviste proiettate, mentre nel caso di Spiegelman del bel panorama sull'antica Lutetia che si gode dal Centre Pompidou.


Buona visita...o semplicemente buona lettura.


il barbone del vicolo accanto

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