mercoledì 22 febbraio 2012

underemotional city

Gustave Doré "Divina Commedia: Canto I"
"Il termine cultura underground (o semplicemente underground) definisce un ampio insieme di pratiche e di identità accomunate dall'intento di porsi in antitesi e/o in alternativa alla cultura ufficiale della società di massa" 


Così Wikipedia definisce questo, oserei aggiungere, vero e proprio movimento culturale.

Personalmente ci piacerebbe arricchire ulteriormente questa breve sintesi con alcune nostre riflessioni, con ciò che per noi rappresenta vivere la cultura underground.

Lo faremo ogni tanto proponendovi alcuni spunti, letterari, musicali e chi più ne ha più ne metta, ma ci piacerebbe farlo in primis con questo primo post, un modo insomma per darvi e darci il benvenuto e farci così conoscere da quelli che speriamo saranno i nostri futuri, assidui lettori.

Ma sia chiaro, ciò che presenteremo sarà ciò che noi riteniamo essere underground; non rispondiamo ad alcun criterio classificativo ufficiale o ufficioso perché, in quanto struttura vincolante, andrebbe a contrastare col concetto di underground nella sua concezione più ancestrale.


E quindi, per concludere questo nostro primo incontro, ecco cosa per noi due, l'underground rappresenta:

"...underground è scrutare la fogna che ti scorre sotto partendo dai canali di scolo, bagnandosi prima i piedi, poi le mani e quindi il collo, il viso, gli occhi...così da farne un rituale delirante, antico, per poi tuffarcisi dentro con tutto il corpo nel momento in cui ne raggiungi il nero bacino centrale... " il barbone del vicolo accanto


"underground è un sapore schietto che viene dal pozzo più recondito dell'inconscio. E' il reale che contrasta col teatro di posa quotidiano. E' il vedere lo spettacolo dietro le quinte piuttosto che la consuete montatura del palcoscenico.
E' una ribollita maldigerita fatta con ingredienti genuini che risale dall'intestino a levigarti il palato mentre all'interno della bocca giace una misera mentos che col suo sapore plastico intorpidisce l'olfatto alterando quella che sarebbe la sua effettiva percezione.
E' il negativo di ciò che sta alla luce, questo non significa però che non sia un genere brillante..." clemuerte